
🗣️Il modo in cui parliamo degli animali influenza il modo in cui li trattiamo
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Le parole contano.
Il modo in cui parliamo degli animali — o il fatto stesso che evitiamo di parlarne — riflette e rafforza il modo in cui la società li tratta.
Negli allevamenti, nei supermercati, nelle leggi e nel linguaggio quotidiano, gli animali vengono spesso resi invisibili attraverso parole che creano distanza.
Ma i santuari come il nostro cercano di invertire questa tendenza — restituendo non solo libertà, ma anche identità.
Vediamo insieme come il linguaggio modella la percezione — e perché cambiarlo è un passo verso la giustizia.
📦 Da “bestiame” a “Luce”
La parola italiana bestiame non descrive un essere vivente.
Descrive un’unità economica. Un bene. Un asset.
Eppure, molti di quelli che chiamiamo “bestiame” sono individui senzienti, capaci di provare dolore, gioia, paura e affetto.
Prendiamo Luce.
Non è “un capo di ovino” o “carne ovina”.
È Luce — un’agnellina che gioca con i fiori e segue le persone che ama nel prato.
👉 Adotta simbolicamente Luce e aiutaci a restituire identità a chi era stato ridotto a numero
💬 Le parole che fanno sparire gli animali
Ecco alcuni esempi di come il linguaggio tende a nascondere la realtà:
- Macellazione diventa trasformazione alimentare
- Corpi diventano carne
- Uccisione diventa raccolta
- Gli animali diventano bestiame, unità produttive, capi
Espressioni come capo di bestiame riducono una vita a una cifra.
Non è un linguaggio neutro — è progettato per farci sentire meno coinvolti.
Come spiega Carol J. Adams in The Sexual Politics of Meat, il linguaggio separa il prodotto (la carne) dall’individuo (l’animale) per mantenere il comfort del consumatore.
👉 Leggi perché gli allevamenti intensivi devono finire
🧠 Cosa ci dice la scienza
Studi di linguistica cognitiva dimostrano che gli eufemismi ridimensionano l’empatia e l’impegno morale.
Quando le persone leggono espressioni come carni avicole invece di polli uccisi, la risposta emotiva cala drasticamente.
È per questo che i macelli non si chiamano mai con il loro vero nome.
Ed è per questo che il latte si vende senza menzionare il vitellino.
Perfino la FAO riconosce che termini come produzione animale favoriscono modelli industriali e offuscano il dibattito sul benessere.
💚 Cosa fanno di diverso i santuari
Nei santuari, gli animali non sono “tipi” — hanno nomi.
- Non dai da mangiare “ai maiali” — dai da mangiare a Bruno e Nina
- Non salvi “una capra” — salvi Arturo, abbandonato a 5 giorni di vita
- Non piangi “una gallina” — piangi Olivia, che ti aspettava ogni mattina davanti alla porta
Dare un nome non è sentimentalismo.
È un atto rivoluzionario.
👉 Leggi perché gli animali nei santuari non sono “carne salvata” ma individui
✨ Cosa puoi fare tu
Cambiare linguaggio cambia mentalità.
Ecco piccoli gesti potenti che puoi iniziare oggi:
- Usa pronomi personali (lui, lei) invece di “esso” o “quello”
- Dì mucca e non manzo, pollo e non pollame
- Racconta storie, non solo statistiche
- Parla di chi sono gli animali, non di a cosa servono
- Correggi gentilmente chi usa termini che creano distanza
Restituire il nome a un animale significa cominciare a restituirgli i suoi diritti.